venerdì 25 gennaio 2013

L'Europa vista da Sud verso Nord



Si ripropongono alcuni stralci di discorso pronunciati da Antonio Tajani, vice presidente della Commissione Europea, nel corso del convegno "Mezzogiorno 2014 - 2020" di Confindustria (Roma, 17 gennaio 2013).


"Non si può fare politica delle infrastrutture se anche l’Europa non ha una sua strategia di crescita e sviluppo. L’ultimo Consiglio europeo purtroppo non ha recepito a pieno le proposte della Commissione per quanto riguarda l’aspetto della flessibilità del Patto di stabilità. La Commissione aveva proposto di utilizzare certamente con rigore, ma anche con flessibilità, questo strumento. Il Consiglio ha ritenuto di non concederne ma, a mio parere, non è stata una scelta che agevola la crescita del Sud dell’Europa e dell’intera Unione perché i dati che abbiamo non sono positivi. Era in prima pagina sui giornali internazionali ieri il fatto che anche la locomotiva Germania fatica a crescere e dunque, forse serve un’inversione di tendenza.

A tal riguardo, ad esempio, io sono un convinto sostenitore dell’euro, ma allo stesso tempo ritengo che debba esserci un governo teso alla crescita; fortunatamente il presidente della BCE Draghi sta svolgendo un vero ruolo di guida facendola essere non solo uno strumento di garanzia dell’inflazione ma anche un soggetto che gioca un ruolo per la crescita.  

La moneta non può non essere protagonista di una politica di sviluppo industriale, agevolando anche l’export e quindi la competitività del sistema produttivo. Se non sarà questa la strada il manifatturiero sarà continuamente penalizzato. La Commissione europea ha posto un obiettivo ambizioso: avere accanto agli obiettivi 20-20-20 (energia e ambiente) anche un 20% di PIL frutto del manifatturiero europeo e non possiamo guardare al Mezzogiorno d’Italia fuori da ciò.

Detto del Patto di stabilità e della moneta, nel Sud si può certamente fare di meglio. La situazione degli ultimi anni ci parla di un PIL sceso di 6 punti con due terzi di posti di lavoro nazionali persi in quest’area, nonostante 80 miliardi di fondi strutturati al Meridione e le politiche agricole. La politica di coesione dunque non ha prodotto un allineamento tra Sud Italia e resto d’Europa. Il ministro Fitto prima e Barca poi hanno cercato di imporre una svolta nell’utilizzo dei fondi strutturali disponibili, scegliendo anche alcune direttrici di priorità come le infrastrutture, la moda, il turismo.

Abbiamo finanziato come UE una serie di progetti importanti: il collegamento ferroviario Napoli – Palermo; il progetto Berlino – Palermo; lo snodo di Roma e il rafforzamento generale dei collegamenti ferroviari, portuali e aeroportuali. Ma penso anche alle infrastrutture energetiche visto che l’Italia meridionale sarà terminale delle reti che ci uniranno all’Africa.

Purtroppo la situazione al Sud è grave con il 40% delle imprese che denuncia difficoltà di accesso al credito e il ritardo dei pagamenti. In tal senso, ringrazio il governo che è stato tra i primi in Europa a recepire la direttiva sul ritardo dei pagamenti che chiude un capitolo vergognoso, imponendo alle amministrazione di chiudere i pagamenti ai fornitori entro tempi certi".